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Titolo
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Final Fantasy VI
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Anno di uscita
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1994
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Contenuto e riferimenti a Dante
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Final Fantasy VI (ファイナルファンタジーVI, Fainaru Fantajī Shikkusu), rilasciato il 2 aprile 1994 su Super Nintendo da Squaresoft (oggi Square Enix), è una pietra miliare del genere JRPG. Co-diretto da Yoshinori Kitase e Hiroyuki Itou, con le musiche di Nobuo Uematsu e il design di Yoshitaka Amano, è l’ultimo titolo principale della serie a utilizzare una grafica bidimensionale.
Ambientato in un mondo dalle atmosfere steampunk, la storia narra del conflitto tra l’Impero Gestahliano, che attraverso esper e magia sperimenta il potere e sogna la dominazione globale, e il gruppo dei Returners, una resistenza che sfida la tirannia. Terra Branford, una ragazza amnesica con poteri magici, diventa il fulcro della lotta tra oppressione tecnologica e mistero magico. In questo contesto un’eterogenea squadra di eroi si oppone al tirannico Kefka, un antagonista visionario, crudele e psicotico, capace di portare distruzione globale.
All’interno del gioco, si incontra un mostro chiamato Dante, che appare nella zona di Figaro e Figaro Cave, nel World of Ruin. Si tratta di una creatura capace di attaccare più volte con l’abilità QuartzPike e di usare lo status Muddle a turno. Quando viene sconfitto rilascia oggetti come il Diamond Helm o il Gold Shield e può essere affrontato solo in incontri fissi, non in battaglie casuali.
Il nome del personaggio non sembra avere collegamenti diretti con Dante Alighieri e l’etimologia resta in gran parte ignota. Tuttavia, nel contesto del gioco si possono riconoscere citazioni dantesche più esplicite nei livelli finali, rappresentanti un’allegoria della Divina Commedia. La torre di Kefka e i suoi vari piani evocano concettualmente l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso: il primo livello presenta un abisso profondo, mentre gli ambienti superiori mostrano simbolismi di purificazione e ascensione fino a una visione divina, culminando nel confronto finale con Kefka che, nella sua prima forma, si presenta, come Lucifero, come un mostro demoniaco conficcato nel giacchio fino ai fianchi.
Il mondo di Final Fantasy VI risulta dunque permeato da un immaginario che rielabora in chiave fantasy la mappa dantesca dell’oltretomba, anche senza richiamare specificamente Dante Alighieri nei suoi boss.