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Segnatura Archivistica
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Roma, Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Esteri, Archivio della Direzione generale per la stampa estera del Ministero della Cultura popolare, b. 131, f.lo I/26/6
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Intitolazione del documento
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D'Annunzio e la poesia Giapponese
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Tipologia di documento
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Relazione con lettera di accompagnamento
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Produttore (Ministeri / Enti)
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Direzione generale per la stampa estera del Ministero della Cultura popolare
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Consistenza
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cc. 3
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Stato di conservazione
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buono
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Data del documento
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1939/10/19
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Descrizione del contenuto
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Descrizione dell’opuscolo D’Annunzio e la poesia giapponese edito dall’Ufficio degli Affari culturali del Ministero giapponese degli Affari esteri con lettera di accompagnamento.
Non è stato possibile reperire l'opuscolo
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Trascrizione
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D’Annunzio e la poesia giapponese – un episodio delle relazioni culturali Italo-Giapponesi
Edizione dell’Ufficio per gli affari colturali del Ministero giapponese degli Affari Esteri – N. 12 della collezione degli opuscoli sulla coltura estera. Tokio giugno 1939/XVII
D’Annunzio, spirito italiano e universale, è l’esponente del pensiero italiano nell’epoca eroica della guerra mondiale e della Rivoluzione Fascista. Tutta la Sua epica ha trovato la logica e naturale attuazione nell’Opera del Combattente e in quella del Condottiero dei Legionari di Fiume; il Suo ideale in vita, nella esistente [sic] densa di pensiero e di travaglio condotta nel Romitorio del Littorale.
In Parigi il genio del Poeta si unì all’Anima yamato, pronuba Giuditta Gautier – figlia del grande romanziere – autrice di un saggio sulla letteratura giapponese e della traduzione in francese di alcuni poemetti giapponesi (uta). Da questa unione nacque quella composizione poetica che, ad imitazione della uta, consta di soli sette verso e da D’Annunzio stesso denominata “uta occidentale”, forma di poesie che, ripresa più tardi dall’Ungaretti, ebbe per qualche tempo alquanta risonanza nel mondo letterario italiano.
In qual modo avvenne il trapiantamento della uta, tipica composizione poetica giapponese, in Italia e con quanto successo, è descritto nel Capitolo 1°: D’Annunzio e la poesia giapponese.
Il 2° Capitolo, intitolato: Parlo di D’Annunzio”, dice a lungo della influenza che il mese di marzo
avrebbe avuto nella vita del Poeta e narra alcuni aneddoti che mettono in simpatico risalto l’umanità di Lui.
Il 3° Capitolo fa un sintetico bilancio degli scambi colturali fra l’Italia e il Giappone per, concludere, dopo aver constatato le deficienze nei rapporti fra i due paesi in questo campo, con l’augurio che tanto in Italia, quanto in Giappone, venisse dato il massimo incremento allo studio della lingua del paese amico.
Il 4° ed ultimo Capitolo parka [sic] diffusamente delle varie e benemerite istituzioni del Dopolavoro e mette in rilievo quali effetti benefici esse abbiano apportato e apportino nella educazione dello spirito e del corpo degli italiani di Mussolini.