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Inferno VOL 4–6 (COVID-19)
Questa serie di dodici disegni (56 × 76 cm) rappresenta vari aspetti della pandemia di COVID-19, seguendo lo stesso approccio già sviluppato nella serie sulla centrale nucleare di Fukushima Daiichi. L’opera documenta le azioni intraprese per fronteggiare l’emergenza sanitaria globale: dalla nave Diamond Princess, ai trasporti e salvataggi di emergenza, agli ospedali da campo, ai siti di disinfezione e ai test PCR di gruppo e drive-through, fino ai siti di vaccinazione di massa, al supporto ai servizi di ristorazione e ai luoghi di cremazione e sepoltura.
Chiba considera la pandemia come un simbolo dell’inferno contemporaneo, trasformando le operazioni sanitarie e le conseguenze del virus in una narrazione visiva della sofferenza globale. L’artista prosegue la serie con l’obiettivo di completare 100 disegni, sottolineando la dimensione storica e morale della crisi sanitaria mondiale e la sua natura universale, vissuta e percepita come una calamità collettiva.
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Inferno VOL 4–6 (COVID-19)
Questa serie di pannelli (391 × 162 cm) prosegue l’approccio già sperimentato nell’Inferno VOL 4–6 dedicato a Fukushima, applicandolo alla pandemia di COVID-19. L’opera intende rappresentare il mondo travolto da un enorme tornado virale, in cui persone di ogni parte del pianeta si contorcono dal dolore e dall’angoscia. Chiba paragona l’impatto della pandemia a quello della Seconda Guerra Mondiale, sottolineando la rapidità e l’incontrollabilità della diffusione del virus, simile a una catastrofe cinematografica.
Nella composizione, Dante Chiba e il suo gruppo, insieme a operatori in tute protettive provenienti da tutto il mondo, attraversano il tornado virale. Accanto a loro compaiono figure politiche internazionali – tra cui Donald Trump, Joe Biden, Kim Jong Un, Kim Yo Jong, Xi Jinping, Angela Merkel, Shinzo Abe, Yoshihide Suga e Yuriko Koike – così come personaggi pubblici, gangster, mostri e demoni. Anche squali a due teste solcano l’aria, amplificando la sensazione di caos e follia globale. Il diavolo osserva la scena divertito, accentuando la drammaticità della crisi.
Chiba riflette sul significato della morte e sulla fragilità umana, evidenziando come la pandemia abbia rivelato i limiti della fiducia nella scienza e nella medicina moderna. L’opera, attraverso una rappresentazione visivamente potente e surreale, documenta l’angoscia collettiva causata dal COVID-19 e invita a una meditazione sulla vulnerabilità dell’umanità di fronte a una minaccia globale improvvisa.
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Inferno VOL 7-9 (Armi e Macchine da Guerra)
Questa serie di opere tridimensionali realizzate tra il 2018 e il 2019 raccoglie alcuni dei simboli più potenti e controversi della tecnologia bellica contemporanea. Ogni pezzo è modellato in argilla in polvere e dipinto con vernice acrilica, trasformando strumenti di distruzione in oggetti di riflessione artistica.
1. Missile balistico intercontinentale (2018, 80 × 15 × 48 cm)
Considerato dall’artista l’arma definitiva dell’umanità, rappresenta la minaccia assoluta di annientamento. La sua presenza rimanda anche ai test missilistici nordcoreani sul Giappone, evocando paura e precarietà.
2. Carro armato M1 Abrams (2018, 16 × 40 × 20 cm)
Veicolo corazzato statunitense ritenuto uno dei più potenti al mondo. Chiba lo immagina come mezzo indispensabile per sopravvivere persino in uno scenario di guerra nucleare.
3. Carro armato non identificato (2018, 11 × 37 × 19 cm)
Opera dedicata a un ulteriore veicolo corazzato di forza analoga al modello Abrams.
4. Carro armato Tipo 10 – Forze di Autodifesa Giapponesi (2018, 20,5 × 37 × 20 cm)
Rappresentazione tridimensionale di uno dei principali mezzi corazzati dell’esercito giapponese.
5. Carro armato T-62 – Unione Sovietica (2018, 10 × 33 × 20 cm)
Modello storico russo, riprodotto come simbolo della potenza militare sovietica.
6. Bombardiere B-2 Spirit (2018, 10 × 33 × 20 cm)
Nell’immaginario dell’artista, il Bombardiere B-2 Spirit assume le sembianze di un demone alato. Per il Giappone, richiama anche la memoria dolorosa del bombardiere B-29, responsabile che sganciò le atomiche su Hiroshima e Nagasaki.
7. Caccia F-16 (2018, 25 × 24 × 60 cm)
Aereo militare diffuso a livello globale e utilizzato anche dalle forze armate giapponesi. Strumento bellico protagonista di numerosi conflitti, diventa qui una scultura che solleva interrogativi sul numero di vite spezzate dal suo impiego.
8. AK-47 (2019, 8 × 17 × 8,5 cm)
Rappresentato in scala ridotta, il fucile d’assalto più diffuso al mondo viene definito dall’artista “arma del diavolo”, capace di porre fine a innumerevoli vite. Chiba esprime il desiderio di ampliare in futuro questa rappresentazione, trasformandola in un’entità simbolica come un demone o una creatura mostruosa.
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Inferno VOL 7-9 (Cocito)
L’opera Cocito si compone di due diorami tridimensionali (sinistra: 105 × 71 × 71 cm – destra: 105 × 74 × 71 cm) concepiti per essere esposti in equilibrio nello spazio e trae origine dai grandi dipinti della serie in tre pannelli da 100.
I lavori rappresentano il nono cerchio dell’Inferno, il più profondo e terribile, riservato ai traditori. Qui, nel fiume ghiacciato del Cocito le anime colpevoli sono imprigionate per l’eternità. La scena mostra i dannati bloccati nel ghiaccio fino al collo, con i denti che battono per il freddo e le lacrime cristallizzate sul volto.
Per rendere l’effetto del gelo, Chiba ha utilizzato la resina, capace di restituire trasparenza e luminosità, evocando così l’atmosfera di un inferno glaciale. Al centro domina Satana, raffigurato con tre facce e tre ali, osservato a distanza da Dante e Virgilio. Attorno a lui volteggiano dodici Malebranche, demoni che accentuano la dimensione drammatica della scena.
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Inferno VOL 7-9
Nel lavoro di Chiba l’Inferno prende forma come un immenso teatro di conflitti e desideri corrotti. L’artista interpreta il regno infernale non solo come spazio di punizione ultraterrena, ma anche come metafora di una condizione umana segnata dalla guerra e dall’avidità.
Le grandi volte della sua composizione si articolano in fasce concentriche, ognuna gremita con varie figure. Qui i delitti e i peccati dell’umanità si dispongono in categorie, reminiscenza dei gironi danteschi: dalle violenze estreme – omicidi, stupri – alle trame della criminalità organizzata, fino ai segni della guerra e della potenza militare contemporanea.
Nell’opera, l’immaginario bellico si intreccia a una riflessione più ampia in cui l’avidità diviene radice di ogni male. La critica si estende pertanto al presente, dove anche le forze che si proclamano portatrici di pace e giustizia rivelano, per l’artista, le ombre di un militarismo globale. Questo Inferno diventa così specchio della nostra epoca, un affresco che unisce storia e attualità, svelando con potenza visionaria la fragilità etica dell’uomo.
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Purgatorio VOL 7–9
Quest’opera rappresenta il Paradiso Terrestre, collocato sulla sommità della montagna purgatoriale. Si tratta di un luogo eterno di primavera, simbolo dell’armonia originaria e memoria dell’Età dell’Oro, quando l’umanità viveva a stretto contatto con la natura e la purezza.
Pur considerata conclusa, Chiba descrive questa creazione come ancora in fase di valutazione in quanto la volontà dell’artista è di approfondire ulteriormente la resa compositiva e la caratterizzazione dei personaggi.
All’interno della scena, l’elemento autobiografico si intreccia con la dimensione allegorica. Al centro è infatti raffigurata la madre di Chiba e, stando a quanto ha affermato l’autore, la sua intenzione è quella di includere anche la figura del padre, recentemente scomparso.
Il lavoro si configura così come un ponte tra memoria personale e visione universale, in cui la rappresentazione del Paradiso Terrestre diventa anche riflessione intima sull’eredità affettiva e spirituale.
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Purgatorio VOL 4–6
Quest’opera monumentale raffigura il percorso attraverso le cornici del Purgatorio, dalla seconda alla settima, in una reinterpretazione contemporanea della visione dantesca.
Seconda Cornice – Invidiosi: con le palpebre cucite, i penitenti si muovono come ciechi, consumati dal proprio peccato.
Terza Cornice – Iracondi: immersi in una fitta nebbia di fumo, i peccatori recitano preghiere per purificarsi dalla collera.
Quarta Cornice – Accidiosi: anime che un tempo vissero nell’inerzia corrono ora instancabilmente attorno alla montagna del Purgatorio.
Quinta Cornice – Avari e prodighi: i penitenti, piegati a terra, cercano di estirpare i desideri materiali che li avevano dominati.
Sesta Cornice – Golosi: tormentati dal desiderio, trattengono il loro appetito davanti a frutti che non potranno mai assaggiare.
Settima Cornice – Lussuriosi: camminano in un cortina di fuoco.
Durante l’ascesa alla montagna purgatoriale, Chiba inserisce Dante e il suo seguito, catturati dai robot della Guardia del Purgatorio, figure ispirate tanto ai Transformers quanto all’anime giapponese Casshern. I peccatori raffigurati includono criminali giapponesi e stranieri, a sottolineare la dimensione universale della colpa.
La stessa montagna purgatoriale è immaginata come una struttura meccanica, influenzata dall’estetica biomeccanica di Hans Ruedi Giger. Il percorso visivo conduce progressivamente verso la purificazione: man mano che si sale, la composizione si fa più limpida e luminosa, fino a culminare nella vetta, dove si apre il Paradiso Terrestre.
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Purgatorio VOL 1-3
Questa serie di pannelli (391 x 162 cm) rappresenta le prime sezioni del Purgatorio secondo la visione contemporanea di Chiba. L’opera fonde allegoria dantesca, critica sociale contemporanea e riferimenti visivi cinematografici, creando una complessa visione tridimensionale e narrativa del Purgatorio moderno.
L’area dell’anti-Purgatorio è caratterizzata da una porta d’ingresso alla montagna purgatoriale, accessibile tramite tre rampe di scale colorate, aperta con chiavi d’oro e d’argento.
Nella prima cornice, dedicata alle persone orgogliose, Chiba reinterpreta l’allegoria classica: i peccatori moderni sorreggono dei pesi materiali che simboleggiano i desideri contemporanei, come gioielli, armi nucleari, missili, denaro, cibo industriale, televisione e plastica.
La parte inferiore del pannello lo collega visivamente al mondo infernale, dove alcuni ragazzi tentano di risalire, ma vengono attaccati da demoni. Le guardie del Purgatorio sorvegliano la scena, guidando motociclette e automobili per impedire la fuga dei trasgressori, evocando riferimenti visivi a Mad Max: Fury Road.
La porta purgatoriale si staglia spalancata, accogliendo i peccatori, mentre automobili di lusso, come Lamborghini e Ferrari, restano bloccate in cima al cancello, simboleggiando ostacoli materiali e sociali. Dante stesso, nella porzione centrale dell’opera, viene rappresentato mentre si prepara a scalare la montagna purgatoriale, con una pietra sulle spalle che rende lento e sofferente il suo corpo.
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Serie tridimensionale: Filosofi
Questa serie di sei sculture tridimensionali raffigura filosofi antichi e contemporanei, realizzando un dialogo tra pensiero classico e riflessione moderna. La serie rappresenta un incontro tridimensionale tra pensiero e immagine, celebrando figure chiave della filosofia mondiale e giapponese e integrandole nella visione più ampia del Paradiso di Chiba.
1. Aristotele (33 × 11 × 16 cm)
Ispirato alla Scuola di Atene di Raffaello, Chiba trae dai dipinti rinascimentali lo stimolo per rappresentare Aristotele in tre dimensioni, inserendolo nel contesto della sua storia del Paradiso.
2. Wittgenstein (32,5 × 12 × 11 cm)
È il filosofo prediletto dell’artista e viene rappresentato con uno sguardo che ne coglie la profondità e la concentrazione intellettuale.
3. Socrate (16,5 × 27 × 15 cm)
Raffigurato nell’atto simbolico di bere la mortale cicuta, incarna la fedeltà ai propri principi e alla ricerca della verità.
4. Heidegger (31,5 × 12,5 × 11 cm)
Raffigurando Heidegger in giacca e cravatta, Chiba esplora l’incontro tra l’immagine pubblica e il pensiero filosofico dell’autore tedesco.
5. Platone (31,5 × 16 × 8 cm)
Discepolo di Socrate, viene inserito nella serie come continuazione ideale della linea filosofica e morale tracciata dal maestro.
6. Akiko Ikeda (31 × 10 × 10 cm)
Akiko Ikeda è stata una filosofa giapponese nota per la capacità di diffondere la filosofia in maniera chiara e accessibile. Chiba ne celebra la vita e l’impegno, ricordando la sua prematura scomparsa nel 2007 a causa di un tumore renale e l’interesse suscitato anche a livello internazionale.
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Paradiso
Questa imponente serie di pannelli rappresenta la visione personale di Chiba del Paradiso. Sopra le nuvole si dispiegano intellettuali e filosofi – tra cui Platone, Aristotele e Wittgenstein – accanto a figure religiose, animali, piante ed elementi della natura, in un intreccio che fonde cultura, spiritualità e immaginazione. L’opera esplora la tensione tra vita e morte e il desiderio di comprendere ciò che si cela oltre la luce, proponendo il Paradiso come uno spazio di salvezza, conoscenza e armonia universale.
Al centro della composizione si irradia una luce simbolica, attorno alla quale sono disposti gli dèi del mondo e la città celeste. L’opera integra riferimenti alla cultura popolare, come Star Wars e il lungometraggio Castle in the Sky di Hayao Miyazaki, creando un dialogo tra tradizione e contemporaneità.
Angeli e figure volanti popolano la scena, mentre in basso Dante Chiba e Beatrice, insieme alla famiglia dell’artista, ascendono le scale verso la luce.
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Heavenly Arc
Quest’opera tridimensionale sospesa rappresenta una visione celeste popolata da figure umane e divine. Tra le nuvole fluttuanti si distinguono Cristo, angeli e draghi, mentre in cima si erge Kannon Bodhisattva. L’installazione è appesa mediante corde, creando l’illusione di nuvole fluttuanti nell’aria e conferendo leggerezza e dinamismo alla composizione.
Chiba si è ispirato al lavoro del pittore giapponese Kazunobu Kano, celebre per opere monumentali come I cinquecento Arhat, conservata al Tempio Zojoji di Tokyo. La serie richiama la tradizione religiosa giapponese e la rielabora in chiave contemporanea, fondendo elementi spirituali e immaginazione fantastica in un’esperienza visiva tridimensionale.
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Inferno VOL 4-6 (Serie tridimensionale)
Questa serie di otto sculture tridimensionali esplora temi mitologici, storici e allegorici, fondendo la tradizione classica con una riflessione sull’inferno contemporaneo.
1. Thinking Chiba Dante (2013, 30 × 15 × 32 cm)
Ispirato a Il Pensatore di Rodin, il lavoro rappresenta Dante Chiba in posizione meditativa, trasformato dunque in simbolo di riflessione e introspezione.
2. Cleopatra (2013, 30 × 20 × 20 cm)
Chiba interpreta Cleopatra attraverso la propria immaginazione, attribuendole una pelle violacea per accentuare la sua presenza e creare un forte impatto visivo.
3. Minotauro (2013, 48 × 20 × 29 cm)
Il Minotauro brandisce la lancia della giustizia per punire i funzionari colpevoli di gravi crimini nei tempi moderni, incarnando la giustizia e la severità morale.
4. Consapevolezza / Gente in agonia (2014, 30 × 60 × 7 cm)
Scultura tridimensionale da parete che rappresenta persone contorte e sofferenti, evocando il dolore dell’inferno e l’angoscia umana.
5. Centauro (2014, 16,5 × 13,5 × 7 cm)
Versione in piccolo formato del centauro, con l’intenzione di sviluppare in futuro una scultura di dimensioni maggiori.
6. Kerberos (2014, 10 × 15 × 10 cm)
Rielaborazione in scala ridotta di Cerbero, con prospettive di realizzare versioni più grandi ed espressive.
7. Diavolo (2014, 12 × 14 × 17 cm)
Piccola scultura che ritrae il diavolo in posa con una lancia, simbolo di potere e aggressività.
8. Diavolo (2016, 110 × 23 × 20 cm)
Grande composizione raffigurante due demoni su una scogliera: uno fissa il cielo urlando, l’altro è aggrappato alla roccia, mentre un grande teschio completa la scena, accentuando il senso di dramma e minaccia.
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Inferno VOL 4-6 (Fukushima)
Questa serie di dodici disegni documenta l’incidente della centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Ogni foglio rappresenta un diverso aspetto della centrale e delle operazioni durante la crisi: dall’Unità 4 e la sala di controllo, agli edifici turbina e ai depositi di combustibile esausto, fino ai robot al lavoro e alle scene di contenimento e di spruzzatura d’acqua.
Nelle composizioni, Dante Chiba e Virgilio osservano attentamente la situazione, immersi in un ambiente popolato da demoni che sembrano manifestazioni delle responsabilità umane. Il diavolo osserva la scena con compiacimento, accentuando il senso di un inferno generato dall’azione e dalla negligenza dell’uomo.
Chiba ha basato tutti i disegni su immagini fotografiche reali della centrale, cercando di trasmettere la drammaticità e l’inaccessibilità del luogo durante la crisi. L’opera coniuga documentazione storica e interpretazione simbolica, trasformando la tragedia tecnologica in un paesaggio morale e visivo, dove il pericolo e la colpa si intrecciano con la contemplazione critica del disastro.
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Inferno VOL 4-6 (Fukushima)
Questa serie di pannelli rappresenta le devastazioni provocate dallo tsunami durante il Grande Terremoto del Giappone Orientale. Chiba raffigura case e persone trascinate via dalla forza delle acque, creando un’immagine di intensità emotiva e drammaticità che richiama un vero e proprio inferno.
Nonostante la tavolozza sostanzialmente monotona, due figure vestite di rosso – Dante Chiba e Virgilio – emergono come guide attraverso la scena catastrofica. L’artista ha tratto ispirazione dalle fotografie documentarie dell’evento, cercando di trasmettere lo stupore e la paura suscitati dall’osservazione diretta della distruzione. L’opera unisce documentazione storica e interpretazione simbolica, trasformando un disastro reale in un paesaggio emotivo e morale.
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Inferno VOL 4-6 (Fukushima)
Questa serie di pannelli, parte della più ampia rielaborazione della Divina Commedia, riflette i sentimenti di Kazumasa Chiba nei confronti di Fukushima, città natale dei suoi genitori, in relazione all’incidente nucleare del 2011. L’opera intreccia scene ispirate alla cronaca e alla politica contemporanea, includendo la rappresentazione di politici e figure dell’industria dell’energia nucleare, associati a comportamenti peccaminosi e colpevoli di aver generato sofferenza e dissidi.
Al centro del racconto visivo emerge l’esplosione della centrale nucleare, da cui appare un mostro simbolico, mentre Dante Chiba, figura guida dell’opera, si mostra impotente e confuso di fronte alla catastrofe. La paura e l’angoscia dell’evento si estendono fino a scenari quotidiani, come la contaminazione dell’acqua potabile a Tokyo e la difficoltà di reperire acqua minerale.
In una scena particolarmente intensa, Dante Chiba, profondamente legato all’acqua, si siede e piange, incarnando il dolore, la perdita e l’impotenza di fronte alla tragedia ambientale e sociale che ha colpito Fukushima e il Giappone intero. L’opera offre così una rappresentazione emotiva e simbolica di un “inferno contemporaneo”, legato alla fragilità della vita e della natura.
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Diorama della centrale nucleare
Questo diorama tridimensionale (90 × 180 × 60 cm) rappresenta l’incidente della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, avvenuto l’11 marzo 2011. L’opera nasce dall’esperienza personale di Kazumasa Chiba. Nato a Fukushima, con genitori e parenti ancora residenti nella regione, Chiba ha vissuto direttamente l’impatto dell’evento, dall’evacuazione della propria famiglia a Nagoya alla perdita della possibilità di coltivare i raccolti e di godere di acqua, cibo e natura incontaminata.
Il diorama trasmette la paura e la rabbia suscitate dalla diffusione della radioattività, sentimenti che hanno alimentato l’energia creativa dell’artista. L’opera invita lo spettatore a confrontarsi con la dimensione emotiva e materiale della tragedia, attraverso una ricostruzione dettagliata e simbolica dell’ambiente colpito dall’incidente nucleare.
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Inferno VOL 1-3 (Serie di 12 episodi)
La serie di dodici episodi di Kazumasa Chiba sviluppa una riflessione sull’inferno, intrecciando la tradizione dantesca con eventi storici e sociali della contemporaneità. L’artista interpreta la punizione, la violenza e il peccato come fenomeni universali, trasponendoli in immagini che oscillano tra mito, storia e cronaca, costruendo un panorama morale e simbolico del nostro tempo.
1. Gates of Hell / Cancelli dell’Inferno
Ispirata alla celebre Porta dell’Inferno di Auguste Rodin, ammirata dall’artista al National Museum of Western Art di Tokyo. Chiba rielabora il modello rodiniano in chiave contemporanea, come soglia verso il suo universo infernale.
2. Battaglia dei signori della guerra Sengoku
Le armature dei daimyō del periodo degli Stati Combattenti (戦国時代, Sengoku Jidai;1467-1603) affascinano per complessità e simbologie. Tuttavia, al di là dell’eleganza formale, esse evocano il desiderio di conquista e le violenze che comportano sviluppando una riflessione sull’immutabilità della guerra e sulle sue vittime.
3. Vento nero / Black Wind
Il secondo cerchio dell’Inferno dantesco, regno dei lussuriosi, è riletto in chiave moderna. I dannati travolti da una tempesta impetuosa incarnano l’abbandono ai desideri carnali.
4. Banda americana
Il conflitto tra le gang statunitensi Bloods e Crips è trasposto come un inferno contemporaneo. L’opposizione cromatica rosso/blu richiama non solo il codice di appartenenza delle bande, ma anche il simbolismo dei colori usato dai signori della guerra giapponesi.
5. 15 agosto 1945 – Bomba atomica su Hiroshima
Il giorno della resa del Giappone è segnato dalla devastazione nucleare. L’opera evoca le vittime di Hiroshima, gli hibakusha ancora viventi e il rischio persistente rappresentato dalle armi atomiche e dalle catastrofi come Fukushima.
6. L’inferno dei poveri
Ispirato alla figura di Minosse, giudice dei dannati, che assegna le pene infernali. In questa interpretazione, egli siede su un carro armato Abrams, simbolo della guerra moderna, proiettando la giustizia dantesca nel contesto della violenza bellica contemporanea.
7. San Michele che dà sanzioni al ragazzo A
Riferimento al caso di cronaca noto come “incidente di Sakakibara” (1997), in cui un adolescente, soprannominato “Boy A”, uccise brutalmente due bambini. L’opera trasforma questo fatto reale in un’immagine di giudizio in cui l’arcangelo punisce il colpevole.
8. Fiume Acheronte – Caronte
Il traghettatore infernale è reinterpretato in chiave moderna: la barca solca acque rosso sangue, armata di mitragliatrice, in un’atmosfera che richiama Apocalypse Now di Francis Ford Coppola. Mostri e demoni popolano la scena.
9. Attacco con gas Sarin nella metropolitana di Tokyo (20 marzo 1995)
L’attentato terroristico compiuto dalla setta Aum Shinrikyō è trasfigurato in una visione infernale. Al centro della scena campeggia il Tristo Mietitore, moltiplicato in una moltitudine di falci, simbolo della morte improvvisa e indiscriminata.
10. Chiba Dante che piange nella terra desolata
Tre animali simbolici della Commedia – la lonza, il leone e il lupo – dominano una distesa rossa come il peccato. La figura di Dante Chiba appare immersa in questo scenario di dolore e corruzione.
11. Cerbero
Il terzo cerchio infernale, riservato ai golosi, è evocato attraverso il mostro a tre teste che dilania i peccatori e li affonda nel pantano.
12. Caso di abbandono di due bambini (Osaka, 2010)
Due piccoli, rispettivamente di tre anni e un anno e nove mesi, morirono di fame a seguito dell’abbandono da parte della madre. L’artista raffigura un angelo che tende la mano ai bambini, trasformando la tragedia in un’immagine di pietà e speranza.
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Inferno VOL 1-3 (Serie tridimensionale)
La serie di sculture realizzate da Kazumasa Chiba tra il 2011 e il 2018 costituisce un percorso che traduce in forma plastica immagini e figure dell’Inferno dantesco, intrecciandole a eventi storici e memorie traumatiche della contemporaneità.
Il ciclo si apre con Dante Chiba (2011), rappresentazione dell’ingresso del protagonista all’Inferno, concepito come un’apparizione improvvisa e destabilizzante. A guidarlo è Virgilio (2011), reinterpretato dall’artista come una figura armata – la pistola diventa simbolo della necessità di difendersi in un viaggio verso un luogo di estrema pericolosità.
Il paesaggio infernale è popolato da presenze mitiche e reali. Cerbero (2011) appare nella sua forza animalesca e incontenibile, mentre Bin Laden, peccatore (2011) e Shoko Asahara, prigioniero nel braccio della morte (2011) incarnano figure responsabili di violenze e attentati che hanno segnato la storia recente: il primo legato agli attacchi dell’11 settembre 2001 a New York, il secondo all’attacco con gas sarin nella metropolitana di Tokyo del 20 marzo 1995.
La violenza sociale e urbana è evocata in American gang BLOODS & CRIPS (2011), dove lo scontro armato tra bande rivali viene fissato in forma scultorea, e in Un ragazzo che uccise ragazzi e ragazze – incidente di accoltellamento continuo a Kobe (2013), che rimanda a un fatto di cronaca giapponese, rappresentando la brutalità dell’omicidio giovanile.
Il ciclo si apre anche a figure simboliche e trascendenti. In Tristo Mietitore (2014), un dio della morte a cavallo brandisce la falce, presenza non dantesca ma inserita come emblema universale della fine. A contrasto, San Michele (2013) discende dal regno celeste, punendo con la spada chi ha commesso gravi colpe.
L’eco della Divina Commedia riaffiora con Vento nero / Black Wind (2018), ispirato al secondo cerchio infernale, dove i lussuriosi sono travolti da una tempesta impetuosa, e con le Porte dell’Inferno (2013), che rielaborano l’immaginario dantesco attraverso il confronto con la celebre e omonima opera di Rodin.
Il percorso si conclude con 44 Magnum (2018), scultura di un’arma da fuoco resa come emblema della violenza assoluta, testimonianza di come l’Inferno non sia soltanto una dimensione letteraria o mitica, ma una realtà che continua a manifestarsi nel nostro presente.
Di seguito un quadro schematico delle opere sopra presentate con relative caratteristiche plastiche:
1. Dante Chiba (2011)
40 × 25 × 13,5 cm | polvere di pietra, argilla, pittura acrilica
Rappresenta l’ingresso di Dante Chiba all’Inferno, concepito come un momento di sorpresa e disorientamento. La figura è resa come un “elefante inciso su sé stesso”.
2. Virgilio, guida dell’Inferno (2011)
14 × 90 × 14 cm | materiali misti
L’artista propone una propria visione di Virgilio: armato di pistola, simbolo della pericolosità e della durezza del viaggio che si appresta a compiere insieme a Dante Chiba.
3. Cerbero (2011)
17 × 30 × 25 cm | materiali misti
Scultura che interpreta la furia e la potenza del Cerbero, realizzata su disegno originale dell’artista.
4. Bin Laden, peccatore (2011)
20 × 9 × 12 cm | materiali misti
Figura simbolica legata agli attentati terroristici dell’11 settembre, modellata a partire da immagini reperite in riviste e archivi online.
5. Shoko Asahara, prigioniero nel braccio della morte (2011)
25 × 16 × 10 cm | materiali misti
Ritratto del fondatore della setta Aum Shinrikyō, responsabile dell’attacco con gas sarin nella metropolitana di Tokyo. L’opera allude anche alla sua pretesa di poter levitare durante la pratica dello zazen.
6. American gang BLOODS & CRIPS (2011)
Rosso 7 × 17 × 7 cm | Rosso 6 × 16 × 8 cm | materiali misti
La scultura raffigura lo scontro armato tra le due bande rivali statunitensi, colte nell’atto di spararsi da un’automobile.
7. Un ragazzo che uccise ragazzi e ragazze – incidente di accoltellamento continuo a Kobe (2013)
19 × 15 × 25 cm | materiali misti
Rappresenta la scena in cui l’autore del crimine decapita una delle sue vittime con una sega, osservando poi il corpo.
8. Tristo Mietitore (2014)
40 × 31 × 14 cm | polvere di argilla, pittura acrilica
Figura del dio della morte a cavallo, armato di falce. Assente nella Divina Commedia, il Mietitore è introdotto come simbolo universale che accompagna la morte.
9. San Michele (2013)
20 × 20 × 40 cm | polvere di argilla, pittura acrilica
L’arcangelo discende dal regno celeste per punire un crimine e, brandendo la spada, sconfigge il colpevole.
10. Vento nero / Black Wind (2018)
17 × 20 × 30 cm | polvere di argilla, pittura acrilica
Ispirato al secondo cerchio dantesco, raffigura la tempesta che travolge i lussuriosi, dominati dai desideri carnali.
11. Porte dell’Inferno (2013)
35 × 50 × 25 cm | polvere di argilla, pittura acrilica
Rielaborazione scultorea ispirata alla celebre Porte de l’Enfer di Auguste Rodin.
12. 44 Magnum (2018)
40 × 15 × 35 cm | polvere di argilla, pittura acrilica
Scultura di una potente arma da fuoco, rappresentata come emblema di terrore e distruzione.
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Inferno VOL 1-3 (A World in Agony)
L’opera nasce dal lavoro di Kazumasa Chiba intorno alla Divina Commedia di Dante e prende forma a partire da un ricordo personale e collettivo: l’attacco terroristico con gas sarin compiuto nella metropolitana di Tokyo il 20 marzo 1995 dai membri della setta Aum Shinrikyō, guidata da Shōkō Asahara. L’episodio provocò la morte di numerose persone e lasciò segni indelebili sui sopravvissuti. L’artista rievoca l’impatto emotivo di quelle immagini trasmesse in televisione – come quella di una donna rimasta paralizzata a seguito dell’inalazione del gas.
La prima suggestione iconografica nasce dall’immagine di Virgilio che calpesta la testa di Asahara, rappresentato con una lanterna spettrale. Accanto a lui appare Dante Chiba, pronto ad affrontare l’Inferno del nostro presente. Da queste due figure prende forma la composizione complessiva, che si apre con la foresta oscura e si sviluppa in una sequenza di riferimenti al dolore e alla distruzione: il vento nero, le crociate, le guerre tra bande, gli attentati dell’11 settembre 2001, la cupola della bomba atomica di Hiroshima.
Nel pannello compaiono inoltre Cerbero e riferimenti al folklore giapponese. L’intero percorso si configura dunque come un viaggio di Dante Chiba, immerso in un Inferno contemporaneo, attraversato da memorie storiche, tragedie e presenze simboliche.
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Why Does Nobody Remember Me in This World?
L’opera Why Does Nobody Remember Me in This World? nasce come light novel di Kei Sazane, illustrata da Neco, pubblicata tra il 2017 e il 2020 in nove volumi. La storia si sviluppa intorno a un paradosso temporale: un’umanità che un tempo aveva vinto la guerra tra le cinque razze grazie all’eroe Sid si ritrova improvvisamente privata di quel trionfo, perché la linea temporale viene alterata e l’esistenza di Sid cancellata. In questo nuovo scenario, i demoni, gli spiriti e le altre razze hanno la meglio, mentre l’umanità viene relegata a un ruolo marginale e sottomesso. Solo il protagonista Kai conserva memoria della realtà originaria e, guidato da questo fardello, cerca di riprendere il filo della storia perduta per restituire dignità alla propria razza.
All’interno di questo mondo destabilizzato si colloca la figura di Dante Guelfo Alighieri, un personaggio che porta nel nome un richiamo diretto alla tradizione italiana medievale, ma che qui viene rifunzionalizzato come leader della resistenza del popolo di Io. Dante appare come un uomo orgoglioso e pragmatico, capace di rappresentare una parte di umanità che non si arrende all’annientamento e che cerca di opporre al dominio delle altre razze un’organizzazione militare solida e radicata nel territorio. La sua presenza ha un duplice valore: da un lato, costituisce un punto di riferimento concreto per il fronte umano, dall’altro diventa un ostacolo nella costruzione di una coalizione unitaria, poiché Dante non accetta facilmente di collaborare con Jeanne E. Anis, altra figura di spicco della resistenza, che nella linea temporale alterata guida le forze armate mascherando la sua identità femminile.
La caratterizzazione di Dante si inserisce quindi in una tensione narrativa tra individualismo e collettività, tra orgoglio di appartenenza e necessità di alleanze. Il suo rifiuto iniziale di collaborare con Jeanne non è un tratto secondario, ma un momento rivelatore delle fratture che attraversano l’umanità stessa in un contesto di sconfitta e cancellazione storica. Egli incarna la difficoltà di accettare una leadership alternativa, specie quando questa mette in discussione ruoli di genere e convenzioni consolidate, e al tempo stesso rappresenta un’umanità che cerca di non perdere le proprie radici e la propria identità.
In termini narrativi, Dante Guelfo Alighieri non è dunque il protagonista, ma la sua figura arricchisce la dimensione politica e sociale dell’opera, ponendo in rilievo il tema della memoria collettiva e della frammentazione dell’umanità. Se Kai lotta sul piano individuale per ristabilire la realtà perduta, Dante opera invece all’interno di un presente spezzato, dove ciò che conta è la sopravvivenza immediata. Il suo ruolo testimonia la difficoltà di un’umanità che, priva di un passato riconosciuto, fatica a costruire un fronte comune, e diventa così l’emblema di un’orgogliosa resistenza che rischia però di disperdere le proprie forze a causa delle divisioni interne.
In questo senso, l’opera di Sazane e Neco trova in Dante un punto di tensione che non si limita a un ruolo di comprimario, ma che funge da specchio dei dilemmi più ampi della storia: come preservare la memoria di ciò che è stato cancellato, come mantenere la coesione quando le fondamenta stesse della realtà sono state riscritte e come conciliare orgoglio individuale e necessità collettiva in un mondo che sembra aver dimenticato l’umanità.
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"La Missione Giapponese visita a Milano, i tesori dell'arte dell'Ambrosiana. A Genova la Missione visita il Museo Giapponese Edoardo Chiossone"
Visita della missione giapponese a Milano e a Genova.
A Milano la Missione visita la Veneranda biblioteca ambrosiana dove ha modo di apprezzare la vetrata dantesca del Bertini; a Genova visita il Museo Giapponese Edoardo Chiossone".
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"Manifestazioni dell'amicizia Italo-Nipponica": l'ambasciatore italiano a Tokyo, Auriti, inizia i lavori per la fondazione del Palazzo della Cultura italiana, alla presenza del principe Nashimoto.
Inaugurazione a Tokyo del cantiere per l'edificazione della Casa della Cultura italiana.
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Accordo culturale italo-nipponico
Accordo culturale italo-nipponico firmato a Tokio dal regio ambasciatore d'Italia, Giacinto Auriti e dal ministrod egli affari esteri del Giappone, Hachiro Arita.
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A Palazzo Brancaccio la cerimonia di Fondazione dell'Associazione "Amici del Giappone"
Cerimonia di inaugurazione dell'Associazione Amici del Giappone a Palazzo Brancaccio a Roma.
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Inaugurazione Istituto italo-nipponico
Servizio del Giornale Luce dedicato all'inaugurazione dell'Istituto italo-nipponico fondato a Tokyo nel 1937.