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    The Devil Is a Part-Timer!
    The Devil Is a Part-Timer! è una light novel giapponese scritta da Satoshi Wagahara e illustrata da 029 edita da ASCII Media Works dal 10 febbraio 2011 al 7 agosto 2020. La storia è incentrata su un re demone, Satan, che, dopo essere stato sconfitto dall’eroina Emilia nel suo mondo – Ente Isla – è costretto a fuggire e finisce nella Tokyo contemporanea. Qui, privo dei suoi poteri magici, per sopravvivere si ritrova a lavorare part-time nel fast food MgRonald’s. L’opera mescola elementi fantasy a un contesto quotidiano, giocando sulla comicità del contrasto tra la grandezza del Re Demone e la banalità del suo nuovo lavoro. La narrazione alterna altresì riflessioni sul potere, sull’umanità e sul cambiamento personale. Nel corso della storia, vari personaggi provenienti da Ente Isla raggiungono la Terra, alcuni ostili, altri in cerca di alleanze o redenzione. Fra questi, si inseriscono anche figure ispirate alla tradizione demonologica e, in particolare, all’Inferno di Dante. A risaltare sono soprattutto i Malebranche. Farfarello è uno dei demoni che appaiono nella serie. Nella Commedia è descritto come un diavolo impazzito, assetato di violenza e di poca razionalità e il suo nome evoca una natura instabile e caotica. In The Devil Is a Part-Timer!, pur avendo una personalità più contenuta e cosciente, conserva una certa inquietudine: è tra i demoni che si oppongono inizialmente alla nuova filosofia di Satan, ma la sua esperienza sulla Terra gli fa riconsiderare la propria posizione, rendendolo meno fanatico e più riflessivo. È un personaggio dotato di una certa autonomia narrativa: inviato sulla Terra per riportare indietro il Re Demone, si scontra con i nuovi valori che Satan ha iniziato ad abbracciare vivendo tra gli umani. La sua evoluzione lo porta infine a rispettare la scelta di Satan e a tornare da solo nel suo mondo, segnando un momento significativo della trama. Altri due Malebranche sono Libicocco e Ciriatto. Il primo è impulsivo, vuole straziare i dannati senza aspettare ordini; Ciriatto è descritto come una bestia feroce con zanne da cinghiale, pronto a squartare ogni reprobo. Entrambi sono simboli di una giustizia infernale corrotta, sadica e arbitraria. Nella serie di Wagahara, i due nomi sono ripresi per dare identità ad altri demoni, ma, rispetto a Farfarello, il loro è un ruolo minore. Più che azioni concrete, rappresentano infatti un legame culturale e il loro inserimento nella trama si limita a conferire profondità mitologica al mondo di Ente Isla. Nel poema dantesco, Malacoda è il capo dei Malebranche. È lui che dà ordini agli altri demoni e fornisce a Dante e Virgilio indicazioni su come procedere – informazioni poi rivelatesi menzognere. Nel contesto dell’opera di Wagahara, Malacoda mantiene questo ruolo di comando essendo uno dei generali del Re Demone. Rappresenta la parte più bellicosa, crudele e distruttiva del potere demoniaco e il fatto che viene sconfitto da Emilia contribuisce a definire l’equilibrio tra forze infernali e umane nel mondo di Ente Isla. Calcabrina infine è, nel poema, noto per il litigio con Alichino, altro demone deputato al controllo dei barattieri, e per essere finito insieme a quest’ultimo nella pece bollente durante uno scontro grottesco nella parte finale dell’episodio che coinvolge anche Ciampolo di Navarra. Ciò lo rende uno dei demoni più caricaturali e teatrali del gruppo. In The Devil Is a Part-Timer!, Calcabrina più che un personaggio attivo è un semplice riferimento culturale e viene introdotto con un tono leggermente parodico, coerente con la sua origine letteraria. L’uso dei nomi dei Malebranche da parte di Wagahara non è dunque casuale. Oltre a creare un ponte culturale tra Oriente e Occidente, definisce un sottotesto ironico e colto nel cuore dell’opera, che gioca costantemente con i contrasti: tra bene e male, tra sacro e profano, tra mito e quotidianità. Pertanto, nonostante questi personaggi abbiano ruoli più o meno marginali nella trama, la loro presenza rafforza l’identità ibrida della serie.
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    Bayonetta
    Bayonetta è un videogioco d’azione in stile hack and slash pubblicato nel 2009, nato dalla mente di Hideki Kamiya, già autore di Devil May Cry, e sviluppato dallo studio giapponese Platinum Games. È il primo capitolo di una saga che unisce combattimenti spettacolari, ironia, mitologia, religione e un’estetica altamente stilizzata, con protagonista una strega moderna e provocatoria, Bayonetta, dotata di poteri magici, armi da fuoco e abilità acrobatiche sovrannaturali. Il gameplay è veloce, tecnico e orientato al punteggio, con meccaniche come la Witch Time (che rallenta il tempo quando si schivano attacchi con precisione) e un sistema di combo articolato. Bayonetta è noto anche per il suo tono teatrale, la regia esagerata e una colonna sonora che spazia dal jazz alla musica sacra, alternando momenti sensuali e ultraviolenza in modo volutamente ironico. L'opera ha avuto un enorme impatto nel definire lo standard dei giochi d’azione in terza persona del periodo, tanto da generare due sequel (uno per Wii U/Switch e uno per Nintendo Switch nel 2022), oltre a spin-off e adattamenti anime. Il personaggio di Bayonetta è diventato un’icona pop, nota per la sua eleganza letale, i tacchi-pistola e l’umorismo pungente. La storia è ambientata in un mondo immaginario in cui coesistono le tre dimensioni del Cosmo: Inferno (l’abisso), Purgatorio (il limbo) e Paradiso (l’empireo), ciascuno popolato da creature soprannaturali che si intrecciano con la narrazione. Bayonetta si risveglia senza memoria in una bara sul fondo di un lago e inizia una lunga ricerca delle sue origini, combattendo contro schiere di angeli e creature celesti, spesso raffigurate in modo inquietante o mostruoso, capovolgendo l’iconografia religiosa classica. Un personaggio centrale del gioco è Rodin, barista, mercante e demone, che gestisce un locale chiamato The Gates of Hell (Le Porte dell’Inferno). Apparentemente è solo un uomo elegante e silenzioso dietro il bancone, ma in realtà è una figura estremamente potente: un ex angelo caduto, fabbro infernale e occultista che crea armi per Bayonetta fondendo reliquie mistiche e frammenti celesti. Il suo bar è il punto di accesso al negozio del gioco, dove il giocatore può acquistare oggetti, potenziamenti, tecniche speciali e armi iconiche, molte delle quali ispirate a demoni e figure mitologiche. Rodin, il cui nome richiama chiaramente quello dello scultore francese Auguste Rodin, autore proprio dell’incompiuta scultura di stampo dantesco La Porte de l’Enfer, non è solo un comprimario funzionale: se il giocatore raccoglie specifici oggetti nascosti chiamati Angel’s Hymns, Rodin può creare armi uniche, e in certe condizioni può addirittura essere sfidato in un combattimento segreto, dove si rivela essere uno dei boss più difficili e devastanti dell’intero titolo.
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    One Piece
    One Piece, manga di Eiichirō Oda serializzato per la prima volta nel luglio 1997 sulla rivista giapponese Weekly Shōnen Jump e attualmente in corso, rappresenta un fenomeno mondiale nel panorama del manga giapponese. La trama segue Monkey D. Rufy, un giovane pirata dal carattere audace, deciso a impossessarsi del mitico tesoro chiamato "One Piece" e diventare così il Re dei Pirati. Ambientato in un universo colmo di isole misteriose, mari insidiosi e poteri straordinari conferiti dai Frutti del Diavolo, la serie si distingue per la sua abilità nel mescolare azione, umorismo e introspezione emotiva, offrendo personaggi complessi e storie avvincenti che esplorano temi universali come il coraggio, la lealtà e la libertà. Il suo immenso successo ha dato origine a un vasto franchise che comprende anime, film, videogiochi, spin-off e gadgets, prodotti che hanno decretato One Piece come un’icona della cultura pop globale. A partire dal capitolo 525 del manga (pubblicato in Giappone il 4 giugno 2009), corrispondente all’episodio 422 dell’anime (1 giugno 2011), prende avvio la saga di Impel Down, la prigione sottomarina di massima sicurezza del Governo Mondiale, situata nella Calm Belt per ostacolare eventuali tentativi di fuga. I prigionieri sono segregati in celle costruite in agalmatolite, materiale in grado di neutralizzare i poteri conferiti dai Frutti del Diavolo. La sorveglianza è garantita da una rete di lumacofoni, telecamere viventi che trasmettono in tempo reale le immagini a un centro di controllo, e da guardie specializzate come i Blugori, esseri umanoidi con caratteristiche animali. La prigione è diretta da Magellan, affiancato dal vicedirettore Hannyabal. Magellan possiede il potere del Doku Doku no Mi, un Frutto del Diavolo che gli conferisce la capacità di generare e controllare veleni mortali. Durante la saga di Impel Down, Monkey D. Rufy affronta numerosi ostacoli per raggiungere il livello più profondo della prigione, dove è detenuto suo fratello Portuguese D. Ace, con l’obiettivo di liberarlo. Impel Down si configura come una reinterpretazione moderna dell'Inferno dantesco. La sua struttura, a forma di cono rovesciato, si estende dal livello del mare fino al fondale oceanico ed è suddivisa in sei livelli discendenti, ognuno destinato a detenere criminali di diversa pericolosità. Tale configurazione rispecchia la discesa attraverso i cerchi infernali, dove ogni piano corrisponde a una punizione specifica, analogamente ai peccati puniti nell’Inferno di Dante. Ad esempio, il terzo livello, noto come Inferno della Fame, presenta un ambiente rovente e desertico, richiamando il settimo cerchio dell’Inferno dantesco, dove i violenti sono puniti in un paesaggio arido e infuocato. La presenza di un Minotauro a guardia del quarto livello richiama poi la figura mitologica presente nel primo girone del settimo cerchio dantesco. Queste analogie suggeriscono come Eiichirō Oda possa aver tratto ispirazione dall’opera di Dante – nella serie non mancano altri riferimenti alla cultura italiana come il parallelismo tra Venezia e l’ambientazione di Water Seven – per costruire una prigione che non solo funge da sfondo narrativo ma attualizza anche una riflessione simbolica sulla giustizia e sulla punizione.
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    Kara no kyōkai
    Ambientata nella città fittizia di Mifune alla fine degli anni ’90, Kara no Kyōkai, conosciuta anche The Garden of sinner, racconta la vita di Shiki Ryōgi, una giovane donna che, dopo un incidente, sviluppa la capacità di percepire il sopraggiungere della morte di ogni oggetto o essere vivente. Shiki si unisce a Mikiya Kokutō, suo compagno di classe, e alla maga Tōko Aozaki nell’agenzia investigativa Garan no Dō, affrontando casi soprannaturali e cercando un significato alla sua esistenza. Nel quinto film della serie appare un dipinto murale che raffigura la porta dell’Inferno descritta nel primo canto della Divina Commedia di Dante. In particolare, l'immagine si collega al passo in cui Dante e Virgilio giungono all’ingresso dell’Inferno, dove è inciso il celebre verso "Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate". Questo riferimento visivo sottolinea la natura simbolica e metafisica del viaggio della protagonista, intrecciando l'estetica dell’anime con la tradizione letteraria dantesca.
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    Neon Genesis Evangelion
    Neon Genesis Evangelion è una serie televisiva anime ideata e diretta da Hideaki Anno, prodotta da Gainax e trasmessa su TV Tokyo dal 4 ottobre 1995 al 27 marzo 1996. L’opera, composta da ventisei episodi, si distingue per la commistione di fantascienza post-apocalittica e forte introspezione psicologica, accompagnata da un fitto intreccio di simbolismi religiosi, cabalistici ed esoterici. Il franchise di Evangelion si è evoluto attraverso diverse produzioni cinematografiche, ognuna delle quali ha arricchito e reinterpretato l’universo narrativo creato da Anno. Il primo film, Neon Genesis Evangelion: Death & Rebirth (1997), è composto da due parti distinte: Death, un riassunto della serie televisiva con una nuova struttura narrativa, e Rebirth, che funge da introduzione al successivo lungometraggio. Segue Neon Genesis Evangelion: The End of Evangelion (1997), che offre una conclusione alternativa e più esplicita agli episodi finali della serie TV, esplorando temi di identità, solitudine e connessione umana. Nel 2007 ha avuto inizio la tetralogia Rebuild of Evangelion, con l’intento di rielaborare la storia originale con una nuova animazione e alcuni cambiamenti narrativi. Il quarto e ultimo capitolo, Evangelion: 3.0+1.0 Thrice Upon a Time (2021), conclude la saga cinematografica, presentando una visione più ottimistica e riflessiva del protagonista Shinji Ikari. Analizzando la conformazione della Bethany Base, una struttura militare e scientifica segreta situata sotto la città di Tokyo-3 che serve come centro operativo per la NERV, l’organizzazione incaricata di gestire gli Evangelion e difendere l’umanità dagli Angeli, si può ipotizzare un rapporto coerente e intenzionale con l’architettura simbolica dell’Inferno dantesco. A partire dalla pubblicazione del Complete Records Collection del film Evangelion 2.0 nel 2010, è stato possibile identificare con maggiore chiarezza i nomi e la disposizione interna dei livelli della base, alcuni dei quali vengono pronunciati nei sei minuti dell’opening. La Bethany Base, concepita per confinare e studiare il Terzo Angelo e situata in un’area remota e ghiacciata, è descritta come una struttura verticale in cui il Terzo Angelo è imprigionato nei livelli più profondi. Questa disposizione richiama la configurazione dell’Inferno come luogo sotterraneo a forma di imbuto rovesciato, culminante nel Cocito, dove è confinato Lucifero. Il parallelismo diventa ancora più esplicito quando si osserva la nomenclatura delle aree interne della base. Vi compaiono, infatti, riferimenti diretti a Malebolge (episodio 22 del 28 febbraio 1996; episodio 24 del 13 marzo 1996), e al Cocito che, oltre a suggerire una struttura concentrica, indicano anche un percorso simbolico di discesa nelle profondità infernali.
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    Digimon
    Il franchise Digimon (abbreviazione di Digital Monsters) nasce alla fine degli anni '90 come risposta di Bandai al fenomeno dei Tamagotchi, evolvendosi rapidamente in una delle saghe cross-mediali più note del panorama giapponese. Creato da Akiyoshi Hongo, pseudonimo collettivo per diversi autori, Digimon si sviluppa inizialmente come gioco elettronico portatile, per poi espandersi in una ricca gamma di media: serie animate, film, manga, videogiochi e giochi di carte. Al centro del racconto vi sono creature digitali provenienti da un mondo parallelo – il Digimon World – nate dall’evoluzione autonoma delle reti informatiche. Queste entità possono evolvere in forme sempre più potenti attraverso un processo chiamato "digievoluzione", spesso in sinergia con il legame affettivo che instaurano con i loro partner umani. Nel mondo di Digimon, tanto nell’anime quanto nel gioco di carte vi è un possibile riferimento dantesco relativo a un attacco di uno dei personaggi della serie. Il Cocytus Breath – noto anche come Metal Wolf Claw – è l’arma glaciale distintiva di MetalGarurumon. L’attacco consiste in un soffio di gelo estremo, prossimo allo zero assoluto, capace di pietrificare l’avversario in un istante, annientandone le funzioni vitali. Il nome "Cocytus" richiama il Cocito della Divina Commedia, il lago ghiacciato dell’ultimo cerchio infernale, dove l’immobilità del gelo è simbolo supremo della dannazione.
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    Devil May Cry
    Il mediamix di Devil May Cry è un vasto e complesso ecosistema transmediale che si sviluppa attorno al franchise videoludico omonimo creato da Capcom. Nato nel 2001 come videogioco d'azione per PlayStation 2, il franchise si è espanso nel corso degli anni attraverso una varietà di media, creando un vero e proprio universo narrativo.